
GustOSA incontra Cristina Allodi, fondatrice e proprietaria dell’azienda “Le Acciughine”
Cristina viene dall’Emilia Romagna, la food valley italiana, territorio vocato al cibo per eccellenza. Produce e sceglie prodotti di altissimo livello, con la mission di farli conoscere in Italia e nel mondo.
Alla domanda sul perché della sua sana ossessione per le acciughe, Cristina ci dice che pur essendo da sempre allergica al pesce, i suoi anni come responsabile marketing di alcuni fra i più grandi produttori italiani le hanno permesso di conoscere ed appassionarsi al mondo valoriale, economico e storico che sta dietro alle acciughe.
Un mondo affascinante che abbiamo pensato di esplorare insieme a voi.
L’acciuga, ci spiega Cristina, veniva chiamata “Il pane del mare”, per l’enorme abbondanza anche grazie all’assenza totale di fermo biologico per la pesca e regolamentazione del tempo. L’acciuga era pertanto un alimento prezioso che veniva pescato e messo sotto sale, per mangiarlo nel tempo a mo’ di conserva.
Il sale rappresentava l’unico conservante, molto prezioso, al punto che le persone, per non buttarlo via, non dissalavano con l’acqua come si fa oggi, ma lo raschiavano intriso del sapore delle acciughe, per utilizzarlo in seguito come insaporitore.
Le Acciughine, appunto.
Anche nell’antico Egitto, ci dice Cristina, alcuni documenti dimostrano come le acciughe messe sotto sale, una volta dissalate, venissero utilizzate per dare sapore ai cibi. Nell’era moderna, uno scienziato giapponese, Kikunae Ikeda, ha scoperto il quinto sapore, l’UMAMI, il sapore non sapore che dà sapore al cibo, esaltandone il gusto naturale. Questo sapore è dato dall’acido glutammico che unito al sale crea il glutammato monosodico.
Le acciughe sotto sale sono l’alimento che in assoluto ha il quantitativo più alto di glutammato monosodico.
Non è quindi un caso che fin dall’antichità le acciughe venissero utilizzate per insaporire i cibi.
Dietro la storia dell’acciuga, quindi, c’è un aspetto culturale molto significativo.
“Raccontaci del logo e della scelta grafica che è dietro ad esso.”
Cristina ci ha svelato un altro aspetto molto affascinante di un alimento semplice come le acciughe.
Ha un valore simbolico, ovvero racconta il mito secondo il quale in realtà le acciughe fossero stelle, nello specifico le stelle Engrauline, della costellazione di Orione, molto belle, luccicanti e soprattutto vanitose.
Dio, per punire questa loro smisurata vanità, le ha gettate nel mare, da qua la loro luminosità sott’acqua.
La leggenda narra che una sola stella, di spalle a Dio, riuscì a salvarsi, e che quando compare nella costellazione di Orione, è il momento di cominciare la pesca delle acciughe, intorno alla fine di marzo.
Tornando all’era moderna, gli studi sui consumatori parlano di un utilizzo generale delle acciughe tendenzialmente votato al condimento, all’insaporire i cibi, dopo un acquisto basato sull’impulso. Non è certo un alimento che scriviamo nella lista della spesa, almeno fino ad ora!!
Ed in Italia Cristina è riuscita a creare questa linea di prodotti pazzesca, a base di acciughe del Cantabrico, linea dedicata appunto al condimento, ad insaporire le nostre pietanze con il sapore Umami per eccellenza.
Ad arricchire piatti ed aperitivi!
I prodotti di Cristina si tengono fuori dal frigo.
In primis l’insaporitore, dalla stessa brevettato, utilissimo con insalate, solo per dirne una…salutare, perché aiuta nel limitare l’assunzione di sale!
Lo sapevate? Ora si!
Lo scopo di Cristina non è quello di costruire un impero,
ma di essere riconosciuta, dappertutto, come colei che ha sviluppato
la cultura dell’acciuga, oltre al prodotto chiaramente, di per sé gourmet.
Cristina vorrebbe che il suo insaporitore diventasse, appunto,
il sostituto del sale per eccellenza.
La frase più GustOSA di Cristina:quando il lavoro è la tua passione, non ti poni limiti!
Curiosi di provare i suoi prodotti? Abbiamo preparato una selezione per Voi! Cliccate QUI e degustate: Acciughiamoci